Nella credenza di zia Luigina
c’è una graziosa e vecchia tazzina
di porcellana, tutta sbeccata,
e proprio lì ci vive una fata.
È grassottella, mani paffute
guance rotonde e orecchie puntute.
Un tovagliolo ha per vestito
e per cappello un grosso candito.
Ai piedi porta dolci zollette
che, eleganti, le fan da scarpette!
Quando la tazza è nel lavandino,
la fata afferra il suo cucchiaino
e navigando tra piatto e posata
pesca le perle di marmellata.
Poi balza lesta sulla teiera
lì dove issa una rosa bandiera.
Io ve lo dico, siete avvisati:
sopra c’è scritto che è dei pirati!
Guai a sfidare la cara fatina:
è lei il terrore della cucina!
Ecco che afferra un grosso biscotto
per poi usarlo come canotto
e attraversar un mare di miele,
onde di latte, burro di vele.
Una volta raggiunta la zuccheriera
la fata corre di gran carriera:
slalom tra crema e zabaione
e poi un palleggio con il limone.
Quando il tè delle cinque è concluso,
lei se ne torna facendo il muso,
ma dura poco, e lo sai perché?
C’è un fatino che la aspetta… nel bicchiere del caffè!
